Per un appassionato di montagna come me l’occasione di viverla a pieno, offerta dalla possibilità di gestire un rifugio, non poteva essere tralasciata; ecco perché appena Silvia e Francesco, dell’Operazione Mato Grosso, mi hanno chiesto la disponibilità per una settimana di gestione al rifugio Torsoleto, mi ci sono buttato a capofitto.

Vivere il rifugio dall’altra parte del bancone è un’esperienza favolosa; offrire le proprie competenze e conoscenze a quanti te ne facciano richiesta è una piacevole sensazione; aggiungere poi a questo la cucina, il servizio e la possibilità in qualche modo di migliorare l’offerta turistica della struttura, oltre che dedicare del tempo al volontariato a favore dei più poveri, ne fanno una cosa fantastica.

E’ su queste basi che ho voluto realizzare, al rifugio Torsoleto, alcune semplici cose, senza grosse pretese, per migliorare quanto già si offre a chi voglia salire sin lassù in uno splendido ambiente di vera montagna aperto a scorci e panorami veramente mozzafiato. Salito al Bivacco Davide in un pomeriggio di “calma”, anch’io come tanti sono rimasto veramente colpito dal colpo d’occhio che a 360° mi permetteva la visione di cime, vallate, ghiacciai dalle prealpi bresciane sino alle cime più importanti delle Alpi Centro-orientali. Individuarne i nomi, leggerne la silhouette, capire di che vallata si potesse trattare, individuare le città della pianura che in giornate limpide si possono intravedere; può essere di facile realizzazione se accompagnati da chi ne sia a conoscenza, ma se ci troviamo da soli o con amici senza grossa esperienza alpinistica questo diviene un motivo di malcontento, perché il fatto di essere in un posto così bello e di non poter godere appieno di quanto intorno a noi si apre in fondo ci lascia un poco do amaro in bocca. Da questa congettura è nata l’idea di posizionare, presso il Bivacco Davide, un manufatto atto a segnalare direzioni e nomi di alcune delle cime visibili da questa quota e delle principali città del nord Italia.

 

Il termine che indica quanto volevo realizzare è “geolabio”. In sé il GEOLABIO è un oggetto di origini antichissime e di natura probabilmente magica le cui caratteristiche sono ancora ignote ed in gran parte sconosciute. Si dovrebbe trattare di un oggetto in legno scuro, a forma di una base rettangolare sulla quale sono montate, con spine di legno, quattro asticelle di legno girevoli. Sebbene il suo vero utilizzo sia ancora in parte ignoto, pare assodato che si trattasse di un indicatore di antichi luoghi capace di adattarsi a mappe realizzate secondo tecniche ben precise. Nell’accezione moderna, la parola GEOLABIO vuole indicare una sorta di piano che ci possa dare indicazioni di direzioni, nomi, e caratteristiche di luoghi al fine di poterli riconoscere ed orientarci.

In particolare quanto realizzato voleva essere un qualche cosa con bassissimo impatto ambientale, resistente agli agenti atmosferici, vento, acqua e neve, che nel luogo prescelto per il posizionamento non mancano mai. Si e’ pertanto optato per un tubolare in acciaio inox, del diametro di 90mm, sormontato da una piastra di alluminio di 3 mm di spessore e 500 mm di diametro. Sulla piastra, fissata con quattro viti in inox al supporto, sono riportati su tre cerchi concentrici le direzioni ed i nomi di molte montagne dei dintorni, sia molto vicine che a media distanza, oltre che le principali città del nord Italia. Realizzato in due parti, palo di sostegno e piastra incisa, il manufatto è stato trasportato a spalla sino nei pressi del Bivacco Davide e posizionato dal sottoscritto e un gruppo di amici dell’OMG.

 

Ora fa bella mostra di sé nei pressi della piazzola per l’elicottero accanto alla struttura del Bivacco, e come tutte le cose è affidato ad un corretto utilizzo ed un corretto rispetto da parte di quanti si rechino sul posto.
Questo a quota 2500, ma anche sulla terrazza naturale del rifugio, ancorato alla palizzata in legno, e’ stato posizionato un pannello a stampa riportante la catena Concarena-Bagozza-Camino, visibile dal rifugio, con riportato indicazioni, nomi e quote delle vette presenti nel gruppo e di quelle circostanti. Pare sia ben accetta anche questa semplice opera, che dà comunque la possibilità a tutti di conoscere i nomi delle componenti naturalistiche del paesaggio osservabile dal rifugio. Ultimo intervento, che stiamo completamente rifacendo e posizioneremo in via definitiva nel prossimo anno 2014, un percorso botanico atto a far apprezzare a fondo le bellezze e le particolarità floristiche di questo lembo della montagna bresciana.

Il percorso verrà realizzato mediante il posizionamento in terreno, accanto alle varie specie botaniche presenti, di un piolo in legno con diametro di 90mm, portante sulla sommità un piastra in alluminio incisa su cui sono riportati il nome e la famiglia della pianta in oggetto. Per meglio individuarli tra le alte erbe, i paletti avranno i primi 5/10 cm tinteggiati in rosso. Anche in questo caso si è avuto cura di mantenere l’impatto ambientale zero. Questo quanto si è realizzato e si sta realizzando per valorizzare al meglio l’ambiente, la natura ed i gioielli che questi due scrigni hanno al loro interno nella splendida cornice naturalistica che ospita il Rifugio Torsoleto.

FLAVIO SALVINI OMG DARFO